Auroville, un sogno hippy divenuto realtà
Alla scoperta di Auroville, l’eco-villaggio hippy indiano, dove si vive senza denaro, alla ricerca di una dimensione umana libera dall’odio e dal giudizio.
I post più recenti dal mio blog viaggi. Racconti, curiosità dal mondo e consigli pratici su come organizzare il tuo prossimo viaggio.
Alla scoperta di Auroville, l’eco-villaggio hippy indiano, dove si vive senza denaro, alla ricerca di una dimensione umana libera dall’odio e dal giudizio.
Se volete approfondire la conoscenza della cultura dravidica e riempirvi gli occhi dell’architettura religiosa tradizionale, assistere ai riti e alle processioni in onore di Shiva, non potete non recarvi a Tiruvannamalai.
La città nasce su un monte sacro, Arunachala, dove si dice Shiva si sia manifestato come un grosso fallo infuocato.
Patrimonio mondiale dell’UNESCO dal 1984, Mammalapuram è una città capace di ammaliare. Il sito di Mamallapuram Hill, con il faro e i nunerosi tempi di Shiva della dinastia Pallava, tutti interamente scavati nella roccia. L’incredibile palla di burro di Krishna, un masso in bilico su un declivio che si tiene in equilibrio a dispetto di ogni legge della fisica. Il caldo afoso e l’ospitalità della gente fanno da sfondo all’Arjuna’s Penance, uno dei più importanti bassorilievi di tutta l’India.
La capitale del Tamil Nadu mi accoglie mettendo subito le cose in chiaro: non c’è spazio per la fretta qui. Ogni cosa richiede il suo tempo e, se la smetto di voler programmare tutto, la ricompensa è dietro l’angolo. Resto ammaliato da uno spettacolo di danza Odissi e trascorro una mattinata tra alligatori e cobra in una riserva naturale fuori città. Il Tamil Nadu confonde e inebria, con i suoi no che significano sì…
Vi state chiedendo se vale la pena visitare il Tamil Nadu? Ecco 10 motivi per visitare l’assolata regione del sud indiano. Un viaggio in Tamil Nadu vi farà fare il pieno di energia, tra templi scavati nella roccia o edificati nei centri cittadini, miti e leggende induiste, piatti gustosi e piccantissimi… ma soprattutto vi donerà un assaggio dell’incredibile gioia di vivere del popolo Tamil!
Viaggiare ci insegna a metterci in gioco ed affrontare le avversità. Anche quando siamo costretti a stare fermi.
Ogni luogo sembra avere un trascorso leggendario a Bago! Antica capitale della Birmania, nata sul letto del fiume Pegu, Bago vanta lo stupa più alto del Myanmar, gli uomini più galanti e le donne più capricciose. Tra pagode con gigantesche statue di Buddha e templi devoti a pitoni secolari, la giornata trascorre spensierata. E poi c’è il mercato locale, dove si possono assaggiare piccoli volatili allo spiedo e le immancabili cavallette fritte dello street food birmano.
Ava, la città delle gemme, è stata più volte capitale della Birmania. Si trova a pochi chilometri da Amarapura, nella periferia a sud di Mandalay.
Molti turisti vi dedicano una gita in calesse, per godere delle rovine degli stupa e delle pagode. Percorrendo le vaste distese erbose, i palmeti e i campi coltivati è possibile avere un assaggio della vita quotidiana dei contadini del limitrofo villaggio Inwwa. I carretti di legno trainati dai buoi e le donne che lavano ancora i panni sulle sponde del fiume sono un vero brodo caldo per l’anima.
Ad Amarapura, antica capitale del regno birmano situata nei dintorni di Mandalay, è ancora possibile assistere alla vita quotidiana di migliaia di monaci, adulti e bambini, che si radunano nel Monastero di Mahagandayon per consumare tutti insieme i pasti con le offerte raccolte nei villaggi limitrofi.
A pochi chilometri dal monastero di Mahagandayon c’è l’attrazione principale di Amarapura, che raccoglie turisti da tutto il mondo. Si tratta del ponte di U Bein, il più antico e lungo ponte di teak del mondo.
Mandalay è una città giovane, fondata solo nel 1857, per essere capitale del paese dal 1861 al 1885. Fu costruita dal re Mindon Min, che identificò la collina a nord della città (Mandalay Hill) come luogo prescelto 2.400 anni prima da Buddha a tal fine. È la seconda città più popolosa del paese (dopo Yangon) e il primo centro religioso (ospita circa il 60% dei monasteri dell’intera Birmania).
Tra i siti di maggiore interesse, vanta il monastero del palazzo d’oro, il più bel palazzo in teak del paese, e le 4 antiche capitali del regno sono a due passi.
Visitare il villaggio Pa’o di Taunggyi è un’esperienza all’insegna dell’ospitalità e dell’accoglienza. La leggenda narra che i Pa’o siano i discendenti dell’amore di un alchimista e una femmina di drago: ancora oggi i turbanti colorati e gli abiti a più frange ricordano il legame con l’animale mitologico. I Pa’o, che vivono di agricoltura di sussistenza e abitano in capanne di bambù, incarnano appieno il valore birmano dell’ana, il riguardo ossequioso verso il prossimo. In Myanmar la gentilezza è davvero presente in ogni casa.
Se c’è un posto che rappresenta l’essenza del Myanmar è senza dubbio lo Shwedagon Paya di Yangon, con il suo stupa dorato alto 98 metri che domina completamente lo skyline di Yangon. La leggenda narra che al suo interno siano contenuti 8 capelli di Buddha. Una volta furono incidentalmente esposti all’aria e il loro potere causò miracoli e cataclismi senza precedenti.
A Yangon ci si imbatte in migliaia di statue di Buddha: nessuna di queste esprime dolore o sofferenza. Al contrario, Buddha ci sorride e ci invita ad abbandonare le sofferenze della vita. Mi domando che effetto possa avere avuto su di me essere cresciuto con l’immagine della sofferenza di Gesù crocifisso, perché viaggiare non ci mette solo a confronto con società diverse, ma anche con i nostri irrisolti.