Quando il caldo è così estremo e secco, il corpo non suda affatto. L’acqua corporea, semplicemente, evapora.
Asso Bole è un villaggio afar nel cuore della depressione dancala in Etiopia. Qui sostano le carovane dirette alle saline prima di risalire il Saba Canyon. Asso Bole è l’ultimo punto di ristoro in cui è possibile rifornirsi di acqua. È segnato sulle mappe ed ha un trascorso quasi mitologico. Vi abitano tribù nomadi dedite alla pastorizia, ma viene abbandonato nei mesi più caldi dell’anno quando le temperature superano i 50°.
Le poche capanne di sterpi che troviamo al nostro arrivo sono esposte a temperature esasperanti, con minime di 35° e massime di 50°.
Non c’è acqua potabile, non ci sono servizi igienici di nessun tipo. Solo sabbia e sole, in ogni direzione. Da quando sono arrivato in Dancalia, ho notato che la mia pelle non suda affatto. Nonostante cerchi di bere il più possibile, il mio corpo ha smesso di concedere liquidi all’ambiente. Anche lo stimolo ad andare di corpo è quasi completamente scomparso. Qui non si suda, si evapora.
Entriamo nel piccolo villaggio di Asso Bole e incontriamo solo donne. Gli uomini del villaggio sono tutti fuori, probabilmente con gli animali. Non vediamo un filo d’erba intorno nel raggio di chilometri. Di cosa nutrono il loro bestiame? La nostra guida ci dice che il deserto è secco e vuoto all’occhio dell’estraneo, ma riserva doni inaspettati al popolo che esso genera. Sorprese dalla nostra presenza, alcune bambine ci vengono incontro incuriosite e intimidite. Mi domando come deve essere crescere ad Asso Bole. Come si cura un mal di denti? Cosa succede se viene un’appendicite? Sono qui da 4 giorni ed ho uno sfogo sul viso, gli occhi arrossati che secernono pus.
Una giovane donna esce dalla capanna e ci studia dall’ombra. È già sposata? Come partoriscono le donne ad Asso Bole? La nostra guida scambia qualche parola con la giovane donna, poi indica una bambina di 4-5 anni. “È rimasta orfana”, ci dice. “La mamma è morta”.
Non ho parlato molto con le donne di Asso Bole. Le ho per lo più osservate. In pochi minuti, i loro sguardi antichi hanno imposto un sigillo nel mio animo. C’è qualcosa di tenace e fiero nei loro occhi. Non a caso, le donne etiopi vengono considerate le progenitrici dell’intera umanità. È nella regione Afar dell’Etiopia, infatti, che nel 1974 fu ritrovato il più antico bipede con andatura eretta, vissuto circa 3 milioni di anni fa. Ed era una donna. Lucy.
Anche io sono in qualche modo africano. Tutti lo siamo. Vorrei poter ringraziare queste donne forti e caparbie, che lottano per vivere in uno dei luoghi più inospitali del mondo. Ma sono troppo intimidito. Sono davanti ad un tassello fondamentale della storia dell’umanità.
I miei auguri sono per tutte le donne del mondo specialmente le più bisognose di sostegno.❤🌾🌾🌾🌾
Un capolavoro. Da leggere. Perché il mondo non è chiuso solo dentro al nostro appartamento.
Unico e profondo. Mi mancava questo racconto! Grazie con tutto il cuore!
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9 Comments
Con questo servizio e il l racconto ha degnamente festeggiato tutte le donne etiopi e non.Grazie💙
Un pensiero forte e raffinato per questa giornata tutta di riflessione…