Se state organizzando il vostro viaggio in Myanmar, ecco 10 luoghi straordinari che vi convinceranno a partire per la terra della gentilezza.
Tra tutti i paesi che ho visitato, la Birmania è stato uno dei più coinvolgenti a livello umano ed emotivo. Non solo per le vedute incantevoli degli stupa e delle pagode, o per l’impatto visivo delle gigantesche statue di Buddha presenti un po’ ovunque, ma soprattutto per la grazia con la quale sono stato accolto da un popolo noto in tutto il mondo per la sua gentilezza.
Insomma, se cercate un posto dove il rispetto e la cura per l’altro sono dei modelli di vita e il buddismo si fa esperienza concreta, il Myanmar vi lascerà a bocca aperta.
Il periodo migliore per visitare il paese è durante la stagione secca, tra novembre e febbraio. Sono mesi buoni anche marzo e aprile, nonostante il caldo inizi a farsi sentire, e settembre e ottobre, quando però c’è ancora molta umidità. Io sono stato ad aprile: ho preso un paio di acquazzoni ma per la maggior parte del viaggio il tempo è stato sereno.
Ci sono moltissime cose da vedere e, anche se non avete molto tempo a disposizione, cercate di inserire queste tappe nel vostro itinerario. Il mio viaggio è durato 12 giorni e, grazie all’aiuto di due voli interni (dal prezzo modico), sono riuscito a vedere tutte le destinazioni più significative. Le inserisco nell’ordine in cui le ho visitate, perché farne una classifica di merito sarebbe una profonda ingiustizia!
Moltissime delle città che visiterete in Myanmar sono state in passato capitali di un regno che ha un trascorso storico turbolento. Yangon (o Rangoon) è stata la capitale del Myanmar sotto il dominio inglese, dal 1885 al 2006. È la città più popolosa, il maggior centro commerciale del paese e ospita la pagoda più amata dai birmani, la Shwedagon Paya. Alta 98 metri, svetta sulla città e ne caratterizza lo skyline.
La leggenda vuole che il suo grande stupa dorato abbia più di 2.000 anni ed è così famosa che tutti i birmani sperano di poterla visitare una volta nella vita. Qui incontrerete subito due usanze fondamentali dello stile di vita in Myanmar: la meditazione e l’abitudine di posare foglie d’oro sui monumenti sacri, fino a ricoprirli del tutto. Poco distante dalla pagoda, si trova una gigantesca statua di Buddha sdraiato, nella pagoda di Chauk Htat Gyi. Ne vedrete molte altre, ma non smetteranno mai di stupirvi. Questa è lunga 66 metri e alta 12!
Se visitate il Myanmar ad aprile, potreste imbattervi nel Water Festival, ossia le celebrazioni per l’anno nuovo. In Myanmar adottano un calendario diverso dal nostro: capodanno cade a metà aprile e si festeggia con una settimana di gavettoni!
Da Yangon prendo un volo interno per raggiungere il lago Inle. È come entrare in una dimensione parallela. Il lago regola ogni aspetto della vita quotidiana: potrete ammirare gli orti galleggianti, fertili tutto l’anno, e il modo con cui i pescatori Intha conducono le barche tenendosi in equilibrio su un piede solo. Potrete comprare la famosa seta di loto e vedere come viene tessuta negli arcolai tradizionali, potrete incontrare le famose donne giraffa, della tribù Padaung. Avevo deciso di non recarmi al loro villaggio, per non incentivare con la mia presenza di turista una tradizione che sotto molti aspetti mi disturba. Ma le donne giraffa erano presenti anche nei negozi di artigianato locale e i loro sorrisi sereni mi hanno rassicurato.
Infine, se potete, fermatevi a dormire in uno degli alberghi palafitta, altrimenti ve ne pentirete per sempre.
A circa 3 ore dal lago e raggiungibile in autobus, il santuario di Kakku stupisce con le sue 2.000 pagode disposte in file ordinate. Un vero labirinto di stupa dove si incontrano centinaia di statue di Buddha, tutti sorridenti, mentre il suono dei campanelli appesi alle guglie cullano lo spirito e facilitano la meditazione. È un sito aperto ai turisti solo da pochi anni ed è ancora poco frequentato, quindi è un luogo magico dove poter incontrare i pellegrini che si recano in visita al santuario.
Tempo permettendo, prenotate un trekking per esplorare l’area orientale del lago, dove i rilievi montuosi offrono splendidi panorami. Qui abitano i Pa’o, una etnia di origine tibetana molto ospitale e riservata. La leggenda narra che siano i figli dell’amore impossibile tra un alchimista e una femmina di drago: vivono di agricoltura e abitano in capanne di bambù situate su sentieri fangosi. Di sicuro incontrerete molte donne con la thanaka, la tradizionale polvere giallastra con cui si dipingono il viso per proteggerlo dal sole.
Faccio una deviazione sulla strada per Mandalay e trascorro un paio di giorni a Bagan, al centro del Myanmar. Con un parco archeologico di oltre 40 kmq, Bagan vi stregherà! Quando il paese si convertì al buddismo, nel 850 d.c., l’area divenne meta di pellegrinaggio e i re vi costruirono migliaia di pagode e stupa. Prendete un calesse e perdetevi nella pianura, oppure prenotate un volo in mongolfiera e godetevi la vista dall’alto. Ci sono pochi posti al mondo così carichi di energia spirituale: ammirare il tramonto dalla cima di una pagoda emozionerà anche i più scettici.
Mandalay è speciale per molti motivi: la vista sulla città che si può godere da Mandalay Hill, il palazzo reale e il monastero del palazzo d’oro (l’unico in legno di teak rimasto integro dopo la seconda guerra mondiale), ma soprattutto per la presenza delle antiche capitali storiche: Ava, Amarapura, Sagaing e Mingun.
Se avete poco tempo a disposizione, fate in modo di visitare almeno le prime due.
Ava è un luogo incantato, dove le rovine della città sono state abbracciate dalla natura circostante. Quella che più volte è stata capitale del regno oggi è un piccolo villaggio di pescatori, Innwa. Si può girare l’area in calesse e rimarrete affascinati dalle scene di vita idilliaca che si susseguiranno sotto i vostri occhi: antichi monasteri reali intervallati da palmeti e campi arati da cavalli, statue di buddha perse nella foresta e donne che lavano i panni lungo il fiume. Semplicemente imperdibile!
Amarapura ospita il famoso monastero di Mahagandayon, il centro di studi religioso più grande del paese. Qui ho avuto modo di assistere al rito del pranzo dei monaci, un evento che caratterizza la vita sociale di tutto il Myanmar. Ogni mattina all’alba i monaci chiedono offerte nelle case del villaggio, poi si raccolgono al monastero per condividerle e pranzare insieme. È importantissimo presenziare all’evento, ovunque decidiate di farlo (non deve essere necessariamente ad Amarapura), con il massimo rispetto e soprattutto in silenzio. Non fatevi prendere la mano per scattare mille foto. Siate rispettosi!
L’attrazione principale di Amarapura è il ponte U bein, uno dei ponti in legno più lunghi del mondo. È stato ricavato dal legno che una volta costituiva il palazzo reale di Ava e serve per mettere in comunicazione due piccoli villaggi che sorgono ai lati del lago Taungtaman. Come spesso accade in Myanmar, si riciclano materiali pregiati per migliorare la vita della gente comune!
Da Mandalay prendo un volo interno per tornare a sud, a Yangon. Da qui, parto per una destinazione forse un po’ scomoda da raggiungere, ma essenziale: la Golden Rock. Sulla cima del monte Kyaiktiyo, c’è una roccia in bilico sul burrone. Sembra sempre sul punto di cadere, ma in realtà è ben ancorata a terra. La leggenda dice che si tenga in equilibrio su un capello di Buddha. Per questo, è una delle più importanti mete di pellegrinaggio del Myanmar. Non ci sono parole per spiegare l’intensità dell’esperienza che si vive recandosi alla Golden Rock: vi si arriva su un camion gremito di fedeli e si trascorre la notte con loro in meditazione. La roccia è interamente coperta d’oro e al tramonto sembra brillare di luce propria. Un luogo spettacolare, reso celebre in tutto il mondo da uno scatto di Steve McCurry. Non tornate in Italia senza averlo visto!
A Bago si arriva con una deviazione sulla strada per tornare a Yangon. La città un tempo è stata – indovinate un po’?- la capitale del Myanmar. Bago è nata sul letto del fiume Pegu e merita una visita perché ospita lo Shwemawdaw Paya, con lo stupa più alto del paese, e una statua gigante di Buddha posta all’aria aperta, al limitar del bosco. Inoltre, si dice che gli uomini di Bagu siano i più galanti del Myanmar! Visitate poi la Snake Pagoda, dove vive un boa gigante secolare, che i buddisti credono essere la reincarnazione di un monaco. Non perdetevi il mercato locale, dove si possono assaggiare piccoli volatili allo spiedo e le immancabili cavallette fritte dello street food birmano!
Se siete arrivati fin qui e siete rimasti affascinati da quello che avete visto, è arrivato il momento di partire! Un ultimo consiglio: è importante rispettare le indicazioni che vi daranno per il cambio valuta. In Myanmar non ci sono bancomat e la carta di credito è inutilizzabile. Arrivate con banconote già cambiate in dollari, e che siano in perfetto stato. È sufficiente una piccola piega per vedersi negato il cambio.
Fate buon viaggio!