Da quando ho visitato il deserto del Mangystau in Kazakhstan e ne ho raccontato nel mio blog di viaggi, sempre più persone mi hanno contattato per avere consigli su come realizzare il loro viaggio. Le foto degli splendidi scenari di quello che chiamano “il deserto dipinto” stanno circolando in rete, attraendo sempre più viaggiatori.
Per questo motivo, ho deciso di realizzare una guida di viaggio definitiva, con tutte le informazioni utili a chiunque voglia approcciarsi ad un viaggio in Mangystau.
Il deserto del Mangystau si trova in Asia Centrale, più precisamente in Kazakhstan, il paese più vasto al mondo senza sbocco diretto sul mare. In realtà il Kazakhstan affaccia sul mar Caspio che però, privo di affluenti navigabili, viene considerato alla stregua di un lago salato.
Crocevia di popoli e culture diverse, abitato da circa 120 etnie tra cui russi, kazaki, ucraini, turchi e uzbeki, il Kazakhstan un tempo apparteneva all’Unione Sovietica. Il 60% delle risorse minerarie di cui disponeva l’URSS provenivano in effetti proprio da qui.
Il Kazakhstan possiede inoltre grandi giacimenti petroliferi ( la benzina ha un costo davvero irrisorio, circa €0.20 al litro).
Oggi il paese è tra i più ricchi al mondo, anche se la distribuzione di tale ricchezza è assai squilibrata. Astana, la capitale del paese, è il simbolo di questa rapida crescita economica.
Il Mangystau è una regione desertica del Kazakhstan, con capitale Aktau, e si estende per circa 400 km tra le coste del Mar Caspio e il confine con l’Uzbekistan. Ha una densità abitativa bassissima, circa 2 abitanti per km². Se il Kazakhstan è un paese poco popolato, il Mangystau è la sua regione più disabitata. È più facile imbattersi in un cammello o in uno scorpione che in un altro essere umano.
Il deserto del Mangystau è noto per le sue estati molto calde e i suoi inverni molto freddi. La piovosità è scarsa o totalmente assente in tutti i mesi dell’anno.
Se desideri evitare il caldo estivo, il periodo migliore per viaggiare è la primavera (aprile-maggio) e l’autunno (settembre-ottobre). In questi mesi le temperature sono miti e più confortevoli.
Ma non lasciarti spaventare dai mesi più caldi: luglio ed agosto, quando le temperature possono superare i 40 gradi, sono comunque dei periodi in cui si può visitare la regione senza troppi disagi.
Il caldo è infatti molto secco e pertanto più tollebarile di quanto si potrebbe pensare. Personalmente ho visitato il deserto ad agosto e, pur essendo una persona che soffre particolarmente il caldo, sono riuscito ad adattarmi benissimo.
Purtroppo, con i cambiamenti climatici in atto, il clima diventa sempre più imprevedibile. Consiglio pertanto di consultare il meteo locale di Aktau prima di partire e valutare in base alle proprie caratteristiche individuali.
Viaggiare in solitaria, noleggiando una jeep e mettendosi alla guida della vettura senza una guida locale, potrebbe sembrare un’idea entusiasmante ma mi sento di sconsigliarla.
Gran parte dei percorsi non avvengono su strade asfaltate ma nel vivo del deserto. Perdere l’orientamento è facile e non potrete contare sulla ricezione satellitare del vostro smartphone.
Rivolgetevi piuttosto ad un tour operator o ad una guida locale. Sapranno rendere il vostro viaggio più confortevole: vi forniranno le tende da campeggio più idonee, vi indicheranno i luoghi (sporadici) in cui potrete usufruire di docce e servizi igienici, allestiranno cucine da campo con cui cucinarvi i pasti. Ci penseranno invece i paesaggi maestosi, i silenzi assoluti e le scintillanti notti stellate a farvi vivere l’emozionante avventua che cercate.
Shakpoaktysay Canyon è una distesa accecante di rocce taglienti che affaccia sul mar Caspio.
Qui potrete ammirare i primi fossili del vostro viaggio e delle strane formazioni rocciose che ricordano figure di vari animali.
Qui un tempo scorreva un fiume, poi prosciugatosi. Al suo posto, si trova ora una gola stretta e profonda, scavata nella roccia silicea. È bianchissima, abbagliante. Se avrete la fortuna di fermarvi qui per la notte, fatevi raccontare la leggenda di Kapam, il re guerriero che un tempo regnava su questa landa desolata.
Questo incredibile sito si trova nell’area occidentale della regione, nelle vicinanze di Shepte. Qui potrete ammirare migliaia di sfere di roccia, disseminate lungo ampie vallate steppose. Le sfere hanno dimensioni variabili, alcune sono piccole come un cagnolino da borsetta, altre sono grandi come automobili. L’origine di questo fenomeno è ancora incerto!
Sherkala in kazako significa “Montagna del Leone”. Si tratta di un piccolo massiccio roccioso molto famoso tra i locali, che ne ammirano le striature cromatiche e soprattutto la forma particolare.
Qui il poeta e pittore ucraino Taras Shevchenko realizzò una serie di dipinti che intitolò “The Valley of Castles”. Le formazioni rocciose, con i loro profili particolari, ricordano infatti castelli fortificati, dotati di torri, guglie, mura di cinta e colonnati. Dormire in tenda ai piedi di questo articolato massiccio roccioso è una delle esperienze più incredibili che potrete fare al Mangystau. Al mattino, svegliatevi presto e scalatelo fino alla cima!
Non ci sono segnali stradali a condurvi qui e le strade sterrate sembrano davvero tutte uguali, ma questa formazione rocciosa è davvero imperdibile. Le sue striature ricordano quelle di un tiramisù e mentre salirete in cima vi sembrerà di esservi rimpiccioliti per magia e di trovarvi dentro ad una grande tegliera ricoperta di crema al mascarpone. Il pernottamento in loco e l’esplorazione dei dintorni all’alba vi resteranno per sempre nel cuore. Kyzylkup o, come le ha soprannominate la mia guida, “le montagne al tiramisu” vale da solo il prezzo del viaggio!
Il massiccio Bokty è talmente caratteristico da essere stampato sulle banconote da 1000 tenge. Si tratta di un monte dalla forma esattamente trapezoidale ma, se lo si aggira per ammirarlo da meridione, ecco che si trasforma in una perfetta piramide. Per i kazaki assicurarvi che abbiate una foto ricordo ai piedi del Bokty è di importanza capitale!
In uno scenario onirico, nel tratto sud-occidentale dell’altopiano di Ustyurt, spiccano gli aspri picchi della catena montuosa di Bozshira. Il trekking fino alla cima è un’esperienza memorabile. Cercate di non perdervela. Se soffrite di vertigini, fatevi porgere il braccio dalla guida!
Il lago Tuzbair (sor Tuzbair) si trova nella regione sud-occidentale del Mangystau, dove non ci sono fonti d’acqua e il terreno è ricco di sale. Circa 250 milioni di anni fa questa zona era coperta dall’oceano di Tetide, quindi si tratta in effetti di sale marino. Vista dall’alto, la colorazione bianca del terreno salato dà luogo ad un piccolo miraggio e il lago sembra coperto d’acqua anche in estate. Oltre al bacino del lago, ad attirare i turisti sono le particolarissime sponde, con picchi e increspature che sembrano disegnate.
Il Mangystau non è solo una regione con paesaggi mozzafiato, è anche un museo archeologico a cielo aperto. Qui infatti, in epoche geologiche lontane, regnava l’oceano di Tethys. Mentre percorrete in jeep gli sterrati sabbiosi, ricordatevi che state attraversando il fondo di un antico oceano, che ancora oggi ci regala sorprese inaspettate, come conchiglie e scheletri fossili di squalo.
Non ci sono strutture ricettive e campeggerete sempre all’aria aperta, senza servizi e facilities di alcun tipo.
Vi prego, siate rispettosi dei luoghi che visitate. Non gettate cartacce e non lasciate buste o residui di confezioni di alcun tipo. Preservate questo grande patrimonio naturalistico e fate in modo che chi arrivi dopo di voi lo trovi nelle medesime condizioni.
Il deserto del Mangystau non sopravviverà al turismo di massa, a meno che questo non sia di natura etica e consapevole. Se decidete di partire per il Mangystau, date il buon esempio!
I percorsi di trekking che vi proporranno le guide sono pensati per essere sicuri. Nessuno vuole gestire un’emergenza o un infortunio se si trova nel bel mezzo del nulla.
L’unico consiglio che mi sento di dare riguarda il trekking sui canyon di Bozzhira, dove ho avuto problemi perchè soffro di vertigini. Il pericolo non era reale, ma si costeggiano alcuni strapiombi e ho avuto qualche giramento di testa. In caso soffriste di vertigini, fatevi affiancare dalla guida ma cercate di non perdervi il trekking. La vista finale è mozzafiato e merita ogni passo impaurito che farete.
La valuta ufficiale del Kazakistan è il Tenge, introdotto come valuta nazionale del Kazakistan nel 1993, in sostituzione del rublo russo. Il suo valore in euro si aggira sui €0,20.
Potrete cambiare i vostri soldi appena atterrati ad Aktau, il capoluogo di regione, dove sono presenti cambi in aeroporto, banche e bancomat.
Se non intendete cambiarte i vostri soldi tutti in una volta, chiedete alle vostre guide se sarà possibile farlo in un secondo momento, in una delle piccole cittadine in cui vi fermerete per rifornire le jeep di benzina.
Utilizzate la strategia classica di vestirsi a cipolla: t shirt e pantaloni leggeri per il giorno; felpa per proteggersi dal fresco delle prime mattine e tarde notti. Se avete la carnagione chiara, vi consiglio di evitare le t-shirt (vi scottereste le braccia) e indossare invece delle comode camicie di lino, a maniche lunghe.
Indossate occhiali da sole (la sabbia sotto il sole può farsi accecante!) e ampi cappelli per proteggere collo e orecchie.
Ciao Andrea, in quanti giorni hai fatto ciò che hai descritto?
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5 Comments
Buongiorno Andrea, sai darmi un paio di nomi di tour operator locali affidabili? Grazie
Io ho viaggiato con Sergey Khachatryan.
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