“Non potete perdervi le meraviglie di Tongli, la Venezia d’Oriente”.
Appena leggo questa frase sulla guida turistica, il mio stomaco si indigna. O forse è il tofu puzzolente che ho mangiato la sera precedente al ristorante vegetariano Shanghai Godly. Il cibo è delizioso e se capitate in città vi consiglio di provarlo. Per errore ho ordinato un piatto di chou tofu, anche detto “tofu gorgonzola”, dall’odore terribile ma dal sapore assuefacente. Mi faccio coraggio e lo assaggio. Mi conquista subito e ne mangio un piatto intero, tra il disgusto dei miei compagni di viaggio che non hanno voluto assaggiarlo. Ma tralasciamo la gola e torniamo al romanticismo di Venezia.
“In realtà, sono tre le cittadine acquatiche che si contendono il titolo di Venezia cinese“, proseguo la lettura. “Tongli, Suzhou e Zhouzhuang – e si trovano tutte nel raggio di 100 km da Shanghai“.
“Immagino qui sia motivo di vanto essere la miglior copia dell’originale”, borbotto. Ma capisco che sia un aspetto rilevante per incrementare l’indotto turistico.
Spero solo che Tongli non sia pacchiana come Tianducheng, la Parigi cinese finita sui rotocalchi internazionali per la sua discutibile replica della Torre Eiffel.
L’autobus ci lascia all’ingresso della città, dove si accede pagando un biglietto. Nonostante il caldo afoso di ferragosto e i miei pregiudizi, Tongli riesce subito ad entusiasmarci.
Tongli non assomiglia affatto a Venezia, se non per il fatto di essere una città galleggiante, ma non intende replicarne nessun aspetto.
In realtà Tongli è una cittadina millenaria, sorta sul delta del fiume Yangtze, in una regione ricca di fiumi e laghi. Si sviluppa su 7 isolotti: 15 piccoli canali percorrono la città e 49 ponti, costruiti in epoche diverse, ne collegano il centro storico. I più famosi sono il ponte Taiping ( Pace), Jili ( Fortuna) e Changqing ( Celebrazione), che sono considerati sacri e vengono attraversati in occasione di diverse celebrazioni per portare pace, fortuna e felicità nella propria vita.
La maggior parte degli edifici sono di epoca Ming e Qing, costruiti pertanto tra il 1330 e il 1900, quando la cittadina divenne residenza di nobili ed artisti che vi si trasferivano da altre regioni della Cina per trarre piacere o ispirazione dalla sua bellezza.
Ogni scorcio è da cartolina. La cittadina si è aperta da poco al turismo e conserva ancora un aspetto incontaminato. Girovagando finiamo per inoltrarci in un suggestivo groviglio di stradine e vicoli secondari dall’aria decadente, fino a perdere l’orientamento. Incontriamo gruppi di anziani seduti ai tavoli dei bar che giocano a carte e a xiangqi; vecchiette che fanno la maglia o semplicemente si godono il fresco all’ombra. Un po’ ci ignorano, tentando di non far caso a noi turisti che facciamo irruzione nelle loro abitudini; un po’ ci guardano con curiosità e non possono fare a meno di ricambiare i nostri sorrisi.
Lascio Tongli al tramonto, con il rammarico di non poter godere della sua vista di notte. Chissà come si riflettono le lanterne accese sull’acqua. Mi prometto di non descrivere mai questo posto come la Venezia d’Oriente. Sarà anche uno stratagemma di marketing e di sicuro darà i suoi frutti, ma la svilisce. Tongli merita di essere Tongli, malinconica e millenaria.
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1 Comment
È davvero incantevole! Non somiglia per niente a Venezia, comunque… Foto strepitose 🙂