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  • DIARIO DI VIAGGIO

...Di quando ho guardato negli occhi un cane da macello in Cina

  • Agosto 26, 2021
  • AndreaMarchegiani

Kim Ki Duk - Viaggio in Yunnan - Ljiiang - Blog di Viaggi

Come vi comportereste se vi trovaste faccia a muso con un cane da macello in Cina? A me è capitato in Yunnan, dove nei wet market è ancora possibile comprare carne di cane. Ecco cosa ho fatto…

DISCLAIMER | Questo articolo contiene foto di cani da macello. Sono consapevole che potrebbero turbare la sensibilità comune. Ho riflettuto molto prima di inserirle ed ho ritenuto giusto farlo. Non proseguite nella lettura se pensate che l’argomento possa essere per voi motivo di turbamento.

Tutti i cani sono angeli, tutti i cani sono figli

Ho sempre considerato i cani animali magici.
Con code che fendono la malinconia e nasi umidi che scacciano i brutti pensieri, i nostri amici a quattro zampe conoscono il segreto della felicità. Che a quanto pare non ha niente a che vedere con soldi, fama e potere, ma si nasconde in una ciotola piena di crocchette, una pallina in un prato e dosi abbondanti di carezze.

Considero i cani figli, non me ne vogliate.
15 anni fa ho trovato 3 cuccioli in una busta abbandonata sul ciglio di una strada. Erano così piccoli che entravano nel palmo della mano. All’inizio non volevo tenerli, ma sono bastati pochi minuti e sono diventato mammo. Sì, mammo. La maternità, a quanto pare, se ne infischia del sesso biologico, va oltre le differenze di specie. A 3 cuccioli serviva una madre e io sono diventato la loro.

Sono quindi la persona meno adatta a spiegare perché i cinesi mangino i cani. Eppure ho conosciuto da vicino la realtà di un wet market e non posso esimermi dal raccontarla.

Yunnan, Cina. Si mangia tutto quello che cammina

Sono a Jianshui, in Yunnan. Questa regione rurale del sud cinese è famosa per cucinare tutto ciò che è disponibile in natura. “Tutto ciò che ha le zampe si può mangiare, tranne i tavoli”, recita un detto.

E non si riferiscono solo a cani, gatti, ragni e lombrichi. La grande carestia che ha colpito la Cina negli anni ’60, facendo circa 50 milioni di morti, ha indotto i contadini della zona a ingerire addirittura i licheni secchi che crescono sui tronchi delle conifere. Alcuni ristoranti li servono ancora ed ho voluto provarli per conoscerne il gusto. Ho potuto percepire la disperazione di un popolo costretto a bollire muschio pur di sopravvivere.

Il wet market di Jianshui

Non è il primo wet market che visito in Cina, ma è il primo che vende carne di cane. Una decina di gabbie, in un vicolo quasi nascosto tra le voliere delle galline e le vasche di anguille vive. L’odore è forte, intenso – dolce come la carne fresca e aspro come il liquame. Pervade tutto il mercato, che ha quasi le dimensioni di un quartiere.

Non è ancora esploso il covid, ma ricordo di essermi chiesto quanto fosse rischiosa questa mancanza di igiene. Non solo gli animali sono stipati, ancora vivi, in gabbie sporche e maleodoranti, ma c’è una commistione quasi immorale di specie diverse, che in natura non sarebbero mai entrate in contatto tra loro.

I clienti scelgono l’animale che desiderano comprare e i macellai li uccidono sul momento, li spellano, li fanno a pezzi, li sciacquano alla buona prima di metterli in una busta di plastica. Per terra scorrono rivoli di sangue e acqua sporca che disegnano percorsi distratti fino al più vicino scolo della fognatura.

Cammino tra i banchi alimentari, generando stupore per via dei mei tratti occidentali. Qualcuno mi guarda con timidezza, altri sorridono apertamente. Si lasciano fotografare e sono tutti estremamente gentili. Poi giro a destra e imbocco un passaggio stretto, che sembra allontanarmi dal centro del mercato. Il mio cuore si ferma appena lo vedo.

Faccia a muso con i cani da macello in Cina

Ci guardiamo negli occhi attraverso le sbarre della gabbia. Ha le pupille di uno splendido color nocciola, il pelo screziato di bianco e di nero. È un cane magrolino, ma sano, ed ha un temperamento docile, amorevole. Sta rannicchiato in uno spazio troppo stretto, accanto ad altri cani sfiniti, sconsolati.

A un metro da noi, un cane viene macellato dopo essere stato bollito. Il macellaio si accanisce contro quel corpicino irrigidito dal dolore, le mani dentro al petto in cerca di qualcosa. Non capisco se voglia bloccare la fuoriuscita di sangue o se, al contrario, cerchi di facilitarla. Resta immobile, accovacciato a terra, con le braccia dentro il costato del povero animale.

Le persone che passano di qui si chiedono quanto sia morbida la sua carne, se il macellaio sarà bravo a frollarla. Non provano empatia, né pena. Mostrano per questi cuccioli sfortunati lo stesso disinteresse che riservano alle gabbie di oche e galline.

Il primo impulso è quello di urlare, aprire le grate e far scappare tutti i cani. Il secondo è quello di comprarli tutti e portarli via con me. Non so come fare per imbarcarli in aeroporto, ma esisterà di sicuro un modo. Trasformerò la mia casa in un rifugio e passerò la vita con questi piccoli sventurati. Insieme abbaieremo alla luna piena e inseguiremo gli arcobaleni per scoprire dove mettono radici.

Il macellaio si accorge del mio sguardo insistente e mi sorride benevolmente. Un po’ frastornato, faccio un cenno di saluto. Non ha la minima idea di quello che mi sta passando per la mente. Si limita a fare il suo lavoro, per sfamare se stesso e la sua famiglia. Non pensa di fare nulla di male e la cosa mi destabilizza.

Chi mangia carne è colpevole

Inizio ad interrogarmi. Da quando sono nello Yunnan, non ho fatto altro che mangiare maiale in agrodolce, zuppe di manzo piccante e noodles con pollo. Cosa rende un maiale e un vitello meno meritevoli di vivere rispetto ad un cane?

Sapevate che il maiale è, dopo lo scimpanzé, l’animale più intelligente del pianeta? Il cane compare solo al sesto posto, tra la balena e la piovra.

Chiunque non abbracci una dieta vegetariana, uccide per vivere. Schopenhauer diceva che la Natura è una matrigna senza cuore, che costringe i propri figli a nutrirsi gli uni degli altri, cannibalizzando continuamente se stessa.

Siamo tutti colpevoli, è inutile negarlo: è da ipocriti fare liste di animali da amare o da sacrificare. Dovremmo interrogare noi stessi invece di puntare il dito sugli altri.

Quando volto le spalle alle gabbie dei cani e li lascio al loro triste destino, sento morire due parti di me. Quella che reputa i cinesi delle persone senza cuore e quella che si riteneva stupidamente superiore.

Mangiare carne di cane in Cina, una tradizione che ha le ore contate

Quando torno in Italia ed ho di nuovo accesso alla rete, inizio a documentarmi sul fenomeno dei cani da macello cinesi. Ho bisogno di comprendere meglio, di guardare oltre i preconcetti.

Partiamo da un dato certo: è vero, i cinesi mangiano di tutto, ma non tutti i cinesi mangiano i cani.

Si stima che solo il 10% di loro consumi carne di carne. Per giunta, afferma di farlo raramente.

Inoltre, il consumo di carne canina è mal giudicato dall’opinione pubblica. Nel 2020, il governo cinese ha escluso cani e gatti dalla lista degli animali da allevamento, vietandone di fatto il consumo.

Questo purtroppo non significa che i cinesi abbiano smesso di mangiare carne di cane. Ogni anno 30 milioni di cani vengono macellati, 10 mila durante il Festival di Yulin, il più grande Dog Meat Festival del paese.

Sono contraddizioni che fanno arrabbiare, ma dobbiamo tenere conto della complessità del fenomeno e di quanto siano delicati i rapporti tra un governo centrale che guarda al futuro e le zone periferiche del paese, che faticano ad abbandonare riti e tradizioni del passato.

Fortunatamente le cose stanno cambiando: le associazioni animaliste sono più forti e organizzate che mai e ogni anno il Festival di Yulin scatena feroci polemiche. Un numero crescente di cinesi ha un cane come animale domestico, lo ama e lo considera parte della famiglia.

Il merito di questo cambio di passo non va attribuito ad un improvviso risveglio spirituale, ma al boom economico che ha investito la Cina negli ultimi decenni. Milioni di persone stanno uscendo dalla povertà, entrando di fatto nella classe media e mutuando da questa comportamenti e abitudini.

Se un tempo il concetto di “animale domestico” era diffuso solo tra le elìte borghesi del paese, oggi nelle aree urbane 1 persona su 10 possiede un animale domestico e se ne prende cura.

Entro qualche decennio probabilmente non sentiremo più parlare di stragi di cani in Cina. Potremo tirare un sospiro di sollievo… e continuare a mangiare carne di maiale a cuor leggero.

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4 Comments


Leonardo
27 Agosto 2021 at 12:18
Reply

Non mangio carne perché penso che la vita di ogni specie animale sia sacra l’unica bestia è l’uomo solo e sempre lui


Luciano Ferraio
28 Agosto 2021 at 22:48
Reply

povero animale come tutti, cani, pecore, vacche, tacchini, conigli, pesci ecc. ecc.


Sabi Chin
30 Agosto 2021 at 15:47
Reply

Le tue parole mi hanno commosso… Poveri cani quanta sofferenza


Margherita atellarini
8 Agosto 2023 at 09:37
Reply

Non entrerò mai più in bar, negozio, sartoria ristorante …qualsiasi esercizio gestito da questi esseri immondi chiamati Cinesi. Con me non hanno niente da spartire.
I loro abiti e chincaglierie, prodotti con lo sfruttamento del lavoro anche minorile, li brucierò, mai più entreranno in casa mia.
Esseri degni solo di un giro e dantesco dell’inferno.


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